È in corso in questi minuti nel carcere di Bergamo l'udienza di convalida del fermo di Mohammed Fikri,


C'è attesa per sapere se l'immigrato, assistito dall' avvocato Roberta Barbieri, confermerà al gip la versione già fornita nelle scorse ore al pubblico ministero Letizia Ruggeri. Il giudice per le indagini preliminari Vincenza Maccora ha già fatto sapere che si pronuncerà in merito alla convalida del fermo non prima della giornata di domani.

"NON FUGGIVO" «Non stavo fuggendo, quel viaggio era già programmato: andavo a trovare i miei genitori in Marocco». E' quanto avrebbe detto agli inquirenti Mohammed Fikri, 23 anni, il muratore marocchino regolare residente a Montebelluna (Treviso) rispondendo alle domande incalzanti degli inquirenti sul caso di Yara. Ora si trova in una cella del carcere di via Gleno, in stato di fermo: sequestro di persona e omicidio le ipotesi di reato, anche se gli inquirenti sono molto cauti sul suo presunto ruolo nella vicenda di Yara. A far scattare le manette è stata una frase pronunciata al telefono da Mohammed Fikri e intercettata dai carabinieri. "Allah, perdonami, non ho ucciso nessuno". Anche se ci sono dubbi sulla traduzione dall'arabo (c'è chi dice che potrebbe trattarsi solo di una preghiera). Risulterebbe inoltre che Mohammed aveva chiesto le ferie al suo datore di lavoro (e non avrebbe più lavorato a Mapello dopo sabato 27 novembre, giorno dopo la scomparsa di Yara). Il biglietto del traghetto l'aveva comprato da giorni, lunedì 29 novembre, prenotando il posto sulla corsa di sabato sera, 4 dicembre.

VANE RICERCHE IN UNA FONDERIA Gli uomini e i mezzi impegnati nella ricerca di Yara sono tornati oggi ad Ambivere, dove erano già stati ieri nel pomeriggio, per controllare anche una fonderia. Anche in quest'area sono arrivati al seguito di una segnalazione, ma non è stato trovato assolutamente nulla. Le ricerche nelle ultime ore hanno subito un rallentamento, sia a causa del maltempo sia perché si attendono maggiori indicazioni dallo sviluppo delle indagini.

FIORE CALPESTATO Rimangono chiusi in casa ad aspettare di sapere qualcosa i genitori di Yara Gambirasio, la ragazzina tredicenne scomparsa dieci giorni fa. L'affetto della gente che rispetta il loro riserbo si fa sentire timidamente, come ad esempio hanno fatto due ragazzini stamattina che hanno esposto per qualche minuto un cartello dedicato alla studentessa con la scritta 'Fiore spezzato'. Nella via privata di accesso a villa Gambirasio è sempre di presidio un'auto della polizia locale che fa passare solo i residenti.

RICERCHE SOSPESE Ricerche sospese per Yara Gambirasio, la tredicenne bergamasca scomparsa da Brembate Sopra il 26 novembre scorso. Volontari e forze dell'ordine hanno momentaneamente sospeso le ricerche in attesa di maggiori indicazioni che potrebbere essere fornite dal ventiduenne marocchino, fermato con l'accusa di omicidio e sequestro di persona. L'uomo respinge le accuse, ma gli inquirenti sono convinti di avere elementi sufficienti per dimostrarne la colpevolezza. A rendere complicate le ricerche anche la neve che ormai ricopre le campagne della zona di Brembate. Ancora senza conferma l'ipotesi che nella vicenda siano coinvolti anche due italiani.

IL SENSITIVO: «VIOLENTATA E UCCISA, MA NON DAL MAROCCHINO» Il 22enne marocchino fermato ieri «non è il responsabile diretto della morte della piccola Yara», ma ad ucciderla è stato «un pedofilo che giàda parecchio tempo l'aveva adocchiata». La 'rivelazionè arriva da Mario Allocchi il sensitivo che già il 3 dicembre scorso aveva anticipato all'Adnkronos che la 13enne bergamasco scomparsa da Brembate il 26 novembre scorso era stata uccisa. Per il consulente esoterico, che si è occupato anche del caso Sarah Scazzi, a uccidere la giovane promessa della ginnastica ritmica è stata «una persona di una certa età» e il 22enne fermato «comunque ha avuto un ruolo nel prelevamento». Per Allocchi «la piccola Yara è stata uccisa la sera stessa del prelevamento dopo essere stata fatta oggetto di violenza carnale».

CACCIA A DUE ITALIANI Stamani sarebbe partita la caccia a due italiani, secondo quanto scrivono oggi vari quotidiani. L'ipotesi degli investigatori, secondo il Corriere, è che il nordafricano avrebbe aiutato a sequestrare e far sparire la ragazzina di Brembate Sopra, violentata e uccisa dagli altri due. Le intercettazioni sul telefonino di Mohamed Fikri sarebbero scattate subito dopo i controlli dei carabinieri nel cantiere di Mapello, paese vicino a Brembate Sopra, dove lavorava il maghrebino. Quel giorno, Mohamed era uno dei pochi operai assenti.

AL CANTIERE NESSUNO CONOSCE IL MAROCCHINO Nessuno ammette di conoscere o anche solo di ricordare il marocchino fermato l'altro ieri sera nell'ambito delle indagini sulla scomparsa di Yara Gambirasio, al cantiere dove il nordafricano dovrebbe aver lavorato. Si tratta del grande centro commerciale in costruzione alla periferia tra Brembate e Mapello. «Qui lavorano anche un sacco di ditte in subappalto - hanno detto gli operai entrando e uscendo dal cantiere -, potrebbe essere uno di loro». Questa mattina i lavori nel cantiere sono comunque limitati a causa del maltempo. Infatti da ieri sera nevica e piove. In quell'area si erano concentrate le ricerche nei giorni immediatamente successivi alla scomparsa della ragazzina. I cani avevano fiutato delle tracce proprio in quel cantiere e un locale sotterraneo, adibito a magazzino, era rimasto sotto sequestro per un paio di giorni per controlli più accurati. Ma nulla è mai emerso dagli inquirenti su quali reperti fossero stati trovati e che risultati avessero dato le analisi successive. Proprio il giorno della scomparsa di Yara, nel cantiere era stata impegnata una ditta che aveva gettato il cemento per la stesura dei pavimenti. Gli operai erano ritornati poi il lunedì ma non avevano potuto continuare il lavoro perchè l'area era già sottoposta a minuziosi controlli.

STRISIONE A CASA Dopo le scritte razziste apparse davanti all'abitazione di Yara Gambirasio, la tredicenne bergamasca scomparsa da Brembate di Sopra il 26 novembre, oggi un nuovo striscione è stato mostrato davanti alla villetta della famiglia. «Per Yara. nessuna pietà per chi ha fatto questo», è il contenuto dello striscione mostrato da due uomini, il loro tentativo di appenderlo fuori dall'abitazione 'e stato bloccato dalla Forze dell'Ordine.

RIPRESE LE RICERCHE Sono riprese stamattina le ricerche di Yara Gambrirasio, la tredicenne scomparsa dal 26 novembre a Brembate. A differenza dei giorni scorsi, però, i volontari impegnati nelle perlustrazioni non battono più esclusivamente la zona a tappeto, ma attendono anche indicazioni sulla base degli sviluppi delle indagini dopo il fermo del marocchino. Nel bergamasco, durante la notte, è caduta neve mista a pioggia e stamattina il terreno è ghiacciato e scivoloso, e quindi il lavoro dei ricercatori è più difficile. Nel quartier generale delle ex colonie elioterapiche, dove è allestita la base operativa, comincia a diffondersi un certo clima di stanchezza e di sfiducia, anche se tutti continuano ad impegnarsi al massimo per ritrovare Yara. COSA PENSI DI QUESTA NOTIZIA?

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