VITERBO - I cadaveri di Tatiana Ceoban, 36 anni, e della figlia Enela di 13, scomparse da Gradoli, in provincia di Viterbo, il 30 maggio scorso, potrebbero essere stati divorati da cinghiali o comunque animali selvatici. Sarebbe questa la ragione per cui non sono mai stati ritrovati. E' l'ipotesi avanzata oggi in Corte d'Assise da uno dei testimoni dell'accusa, il comandante della stazione carabinieri di Latera Claudio Sterbini, che collaborò alla ricerca dei corpi.Il militare ha riferito che nei giorni immediatamente successivi alla scomparsa di madre e figlia, venne chiesto alle squadre di cacciatori di cinghiali, di norma composte da 24 persone e alcuni cani, di comunicare qualunque particolare che avessero trovato durante le battute, come frammenti di abiti o resti di carne e ossa. Alla domanda del pm Renzo Petroselli se i cinghiali mangino anche carne umana, il carabiniere ha risposto affermativamente. "Se i corpi fossero stati sepolti in un bosco - ha detto - li avrebbero sicuramente scoperti e divorati". Le deposizione del militare ha completato il quadro accusatorio della procura della Repubblica: Paolo Esposito avrebbe ucciso la compagna Tatiana e la figlia Elena con la complicità della sua amante Ala Ceoban, sorella della donna e dunque zia della ragazza, poi avrebbero caricato i loro corpi sul pick-up di proprietà della cooperativa 'Il Leone e la Spiga' di Gradoli, per la quale in quel periodo lavorava l'uomo, e li avrebbero trasportati in un luogo lontano, probabilmente nei boschi del monte Amiata dove li avrebbero nascosti. Questo teorema, però, secondo i difensori degli imputati non avrebbe trovato alcun riscontro, nemmeno indiretto. Il dibattimento riprenderà il 10 dicembre con l'esame di altri testimoni dell'accusa. COSA PENSI DI QUESTA NOTIZIA?
I cadaveri di Tatiana Ceoban, 36 anni, e della figlia Enela di 13, scomparse da Gradoli,il 30 maggio scorsopotrebbero essere stati divorati
VITERBO - I cadaveri di Tatiana Ceoban, 36 anni, e della figlia Enela di 13, scomparse da Gradoli, in provincia di Viterbo, il 30 maggio scorso, potrebbero essere stati divorati da cinghiali o comunque animali selvatici. Sarebbe questa la ragione per cui non sono mai stati ritrovati. E' l'ipotesi avanzata oggi in Corte d'Assise da uno dei testimoni dell'accusa, il comandante della stazione carabinieri di Latera Claudio Sterbini, che collaborò alla ricerca dei corpi.Il militare ha riferito che nei giorni immediatamente successivi alla scomparsa di madre e figlia, venne chiesto alle squadre di cacciatori di cinghiali, di norma composte da 24 persone e alcuni cani, di comunicare qualunque particolare che avessero trovato durante le battute, come frammenti di abiti o resti di carne e ossa. Alla domanda del pm Renzo Petroselli se i cinghiali mangino anche carne umana, il carabiniere ha risposto affermativamente. "Se i corpi fossero stati sepolti in un bosco - ha detto - li avrebbero sicuramente scoperti e divorati". Le deposizione del militare ha completato il quadro accusatorio della procura della Repubblica: Paolo Esposito avrebbe ucciso la compagna Tatiana e la figlia Elena con la complicità della sua amante Ala Ceoban, sorella della donna e dunque zia della ragazza, poi avrebbero caricato i loro corpi sul pick-up di proprietà della cooperativa 'Il Leone e la Spiga' di Gradoli, per la quale in quel periodo lavorava l'uomo, e li avrebbero trasportati in un luogo lontano, probabilmente nei boschi del monte Amiata dove li avrebbero nascosti. Questo teorema, però, secondo i difensori degli imputati non avrebbe trovato alcun riscontro, nemmeno indiretto. Il dibattimento riprenderà il 10 dicembre con l'esame di altri testimoni dell'accusa. COSA PENSI DI QUESTA NOTIZIA?
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