Il tunisino fermato è attualmente in stato di fermo per l'omicidio di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate di Sopra


TUNISINO INTERROGATO È interrogato dal pm di Bergamo, Letizia Ruggeri, l'uomo fermato con l'accusa di sequestro di persona e omicidio in relazione alla scomparsa della tredicenne Yara Gambirasio. L'interrogatorio potrebbe tenersi all'interno del carcere di Bergamo di via Gleno ma sulla vicenda i carabinieri mantengono il massimo riserbo e il comandante provinciale dei militari bergamaschi, Roberto Tortorella, al suo ritorno in caserma ha dribblato le domande dei giornalisti: «non sappiamo nulla», si è limitato a dire.

VOLONTARI PROSEGUONO LE RICERCHE Dopo gli ultimi risvolti investigativi, che hanno portato al fermo per omicidio di un tunisino, proseguono a tutto campo nel Bergamasco le ricerche di Yara Gambirasio. Circa 150 uomini tra polizia, carabinieri, vigili del fuoco, forestale stanno setacciando in queste ore, con il supporto delle unità cinofile, le aree rurali e boscate della provincia di Bergamo. Nei giorni scorsi era stato richiamato in servizio personale in congedo o a riposo per garantire la massima collaborazione anche in condizioni climatiche avverse, sotto la neve e la pioggia, che hanno reso ancora più difficoltose le operazioni di ricerca. Intanto dopo che si è saputo del fermo del maghrebino il comandante provinciale dei carabinieri di Bergamo colonnello Roberto Tortorella si è recato nell'abitazione dei genitori di Yara per comunicare loro gli ultimi sviluppi delle indagini. Il tunisino, che potrebbe essere accusato oltre che di omicidio anche di sequestro di persona, era stato bloccato ieri sera mentre era a bordo del traghetto Berkane, diretto a Tangeri, e già in navigazione in acque internazionali, e portato intorno alle 23 per accertamenti nella caserma del Comando provinciale dei carabinieri di Bergamo, in via delle Valli, intorno alle 23 di sabato. Secondo quanto riferiscono alcune fonti l'uomo sarebbe un operaio del cantiere alla periferia di Brembate Sopra dove in questi giorni si erano concentrate le ricerche della ragazza dopo che i cani avevano fiutato tracce di Yara nella zona. A insospettire gli investigatori la decisione dell'uomo di lasciare lavoro e casa all'improvviso e imbarcarsi per il Marocco. Il blitz sul traghetto diretto a Tangeri è avvenuto nel massimo riserbo e insieme ai carabinieri sono entrati in azione anche gli uomini della Guardia Costiera, dopo che da Bergamo era arrivata richiesta alla direzione marittima di Genova di fermare il traghetto della compagnia Comarit diretto in Marocco. Il comandate dell'imbarazione che stava già navigando in acque internazionali, dopo essere stato contattato, ha invertito la rotta, tornando verso l'Italia. A questo punto il blitz. Ma il fermo per omicidio per il tunisino non chiude le indagini. Al momento, secondo indiscrezioni, non sono stati forniti elementi utili per ritrovare il corpo della 13enne .Gli inquirenti, che stanno continuando a lavorare mantenendo il massimo riserbo, sono certi che il maghrebino sia coinvolto nella morte della giovane promessa della ginnastica ritmica. L'inchiesta, condotta dal pm Letizia Ruggeri, vede così un cambio repentino di capo d'imputazione: non più sequestro di persona. Una scelta che conferma quella che, negli ultimi giorni, era diventata quasi una certezza: Yara è stata ammazzata, probabilmente per un movente sessuale. La decisione del fermo sottolinea che l'accusa è sicura di avere prove sufficienti per incastrare il tunisino. Intercettazioni, immagini, testimonianze, nulla al momento viene svelato su quelli che sono gli elementi che hanno portato al suo fermo dopo un lungo interrogatorio nella caserma del comando provinciale di Bergamo. Sulla svolta nelle indagini sono stati informati, personalmente dal comandante provinciale dei Carabinieri di Bergamo, Roberto Tortorella, anche i genitori della 13enne, barricati nella loro casa di Brembate, lontati da telecamere e fotografi. Intanto, nelle campagne della zona tra Brembate e Mapello continuano le ricerche da parte delle forze dell'ordine e dei volontari.

CARABINIERI A CASA DEI GENITORI Il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Roberto Tortorella, si è recato nell'abitazione dei genitori di Yara per comunicare gli ultimi sviluppi delle indagini sulla scomparsa della figlia Yara. Il comandante si è fermato a casa Gambirasio per una trentina di minuti e uscendo non ha voluto dire nulla. Da circa mezz'ora la strada di accesso alla famiglia di Yara è stata sbarrata all'accesso anche per i giornalisti, che fino a stamattina potevano arrivare davanti all'abitazione.

FORTEMENTE SOSPETTATO E' «fortemente sospettato» il tunisino fermato ieri sera a Genova a bordo del traghetto Berkane. L'uomo è tuttora trattenuto dai militari perché, si sospetta che sia coinvolto nella vicenda della scomparsa di Yara Gambirasio. Lo apprende l'ANSA da fonti vicine alle indagini.

COMANDANTE CC: "FASE CRUCIALE" «Siamo in una fase cruciale, non posso assolutamente nè confermare nè smentire alcuna notizia». Lo ha detto il comandante provinciale dei carabinieri di Bergamo, Roberto Tortorella, uscendo dalla caserma dove, secondo diverse voci non confermate, sarebbe in corso l'interrogatorio del tunisino bloccato ieri sera sul traghetto partito da Sanremo. Il colonnello ha chiesto quindi ancora un pò di riserbo. «Lasciateci lavorare - ha aggiunto - è un momento in cui non possiamo dire assolutamente nulla»
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