Marianna, il fidanzatino e gli amici sotto torchio: interrogati dal pm

Marianna Cendron (foto archivio)
di Nicola Cendron
TREVISO - C'era il fidanzatino di Marianna, accompagnato dalla madre, ma anche altri tre amici del ragazzo, alcuni dei quali alloggiano al convitto del Maffioli di Castelfranco. Con le loro testimonianze, raccolte ieri pomeriggio dagli investigatori nella caserma dei carabinieri di Paese, è cominciata una nuova fase nell'indagine per ritrovare Marianna Cendron.

Il pm Massimo De Bortoli, il magistrato che cura il fascicolo sulla scomparsa della 18enne di Paese (con l'ipotesi di reato di sequestro di persona), ha voluto sentire il giovane fidanzato minorenne della ragazza, una delle ultime persone ad aver comunicato al telefono con lei la sera del 27 febbraio. Marianna quella sera aveva appuntamento proprio col ragazzo: dovevano incontrarsi di fronte al Maffioli ma lei non si presentò, sparendo letteralmente nel nulla. Il fidanzatino era accompagnato dalla madre ed è apparso sereno ma anche turbato per la misteriosa sorte di Marianna. Insieme a lui sono stati portati nella caserma di Paese anche tre suoi amici: sono arrivati a bordo di un'auto guidata dal comandante della stazione dei carabinieri di Castelfranco, Antonio Currò, che li ha poi riaccompagnati a casa.

Su quello che i ragazzi hanno riferito al magistrato, per ora, resta il massimo riserbo. «Non sono emerse particolari novità» fanno sapere gli investigatori. Gli interrogatori, ad ogni modo, proseguiranno anche nei prossimi giorni e dovrebbero interessare altri amici di Marianna, parenti e persone vicine alla famiglia. Ma intanto quella di ieri è stata, per il pm De Bortoli (in tribunale aveva parlato di «svolta cruciale»), un'occasione importante per mettere a punto la strategia investigativa. Alla riunione hanno partecipato, oltre al magistrato, anche i comandanti di Compagnia di Montebelluna e Castelfranco, Eleonora Spadati e Salvatore Gibilisco. C’era anche il comandante dell'Arma provinciale, Gianfranco Lusito, che in mattinata aveva professato un cauto ottimismo. «Le indagini continuano così come sono iniziate, con il massimo impegno: cercheremo di sviluppare ogni elemento e indizio a disposizione - ha riferito - È un'attività complessa ma continueremo con la volontà di trovare Marianna viva e questo è l'auspicio di tutti».

Lo scenario, trattandosi di un'indagine con l'ipotesi di sequestro di persona, fatalmente cambia. «È un'ipotesi come le altre su cui stiamo lavorando -spiega Lusito -. L'allontanatamento è per noi il motivo principale, ma sempre con l'ottimismo che ci deve contraddistinguere nel trovare una ragazza che si è allontanata e che speriamo poter presto restituire ai suoi cari». Quando la vicenda di Marianna divenne pubblica, anche grazie ai servizi di "Chi l'ha visto", erano cominciate a piovere le segnalazioni, gli avvistamenti (il più credibile qualche giorno dopo la scomparsa, a Mestre). Ora però questo filone sembra essersi esaurito. «Il flusso delle informazioni che ci arrivano è altalenante -spiega Lusito- L'invito è sempre quello di segnalare qualsiasi dettaglio, a noi come a qualsiasi altra forza di polizia».

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