
«Ciao, ci vediamo tra un paio di settimane a Udine. Vengo a trovarti, ho tante cose da raccontare. Adesso sono in riva al mare, si sta bene. A presto». È domenica 19 luglio 2009: queste le ultime parole, al telefono, di Roberto Zavatta, 58 anni, alla sorella Laura, che abita in città. Da allora l’uomo è sparito nel nulla. La vicenda è venuta alla luce mercoledì grazie alla trasmissione di Raitre “Chi l’ha visto?”. I fratelli Zavatta sono i discendenti della notissima famiglia circense che nel secondo dopoguerra aveva messo radici in Friuli. Oggi a Udine vivono ancora Tony, poliedrico e conosciuto artista di strada, e appunto Laura, infermiera in pensione e studentessa all’università, corso di laurea in conservazione dei beni culturali. E’ stata proprio lei a rompere gli indugi e a cercare, attraverso il popolare programma tv, quel suo fratello che vive a Roma, con una piccola pensione d’invalidità, dopo una vita trascorsa tra i collegi (in età giovanile) e come volontario, per conto di una congregazione religiosa, nelle missioni, in Belgio e in Camerun. Con Roberto non si vedevano da una decina d’anni, ma si sentivano spesso, una volta ogni 10, 15 giorni. In quella calda domenica di luglio («mi ricordo benissimo, era il giorno 19 – racconta la donna – perchè era il periodo della canicola e qua in Friuli c’era un’afa che non si respirava. Dissi a mio fratello che era fortunato a stare vicino al mare, perchè io nel mio appartamento non ce la facevo a sopportare il gran caldo. Lo avevo sentito contento, mi aveva detto che sarebbe venuto a trovarmi a breve, avremmo finalmente trascorso un po’ di tempo insieme. Mi aveva accennato che finalmente gli avevano riconosciuto una piccola pensione e che un suo amico gli aveva prestato un camper nel quale lui viveva, tra Roma e dintorni». Laura Zavatta dà la notizia dell’arrivo del congiunto ai figli. La famiglia si appresta a ricevere l’ospite, c’è già il programma per qualche gita. Roberto è venuto spesso in passato a Udine, ma ormai manca dal Friuli da anni, ha voglia di rivedere i posti della sua infanzia. Da quell’ultima telefonata, però, c’è solo il silenzio, che si fa sempre più sinistro ogni giorno che passa. Laura cerca Roberto con insistenza, per tutto agosto e poi a settembre. Torna a telefonargli in autunno, quando muore la loro madre Clorinda, ma il cellulare è perennemente spento. L’Inps continua ad accreditare l’assegno di invalidità in un libretto postale, ma nessuno preleva neanche un euro. Roberto Zavatta sembra volatilizzato: neanche i suoi amici sanno più dove sia finito. In marzo la signora Laura va dai carabinieri, nella stazione di via Di Giusto, si decide a sporgere denuncia di scomparsa. I militari si attivano, ma non cavano un ragno dal buco. Il mistero si infittisce, l’ansia aumenta. La scorsa settimana Laura Zavatta telefona a “Chi l’ha visto?”, una troupe arriva a Udine lunedì per l’intervista. Lacrime e dolore. «Spero tanto che mio fratello sia vivo – dice la donna –. Forse ha avuto un malore, magari è in un ospedale, senza documenti. Ha una cicatrice a triangolo sulla fronte, è facilmente riconoscibile». Roberto Zavatta è il secondo di cinque fratelli. Fino a 20 anni visse in collegio. Uscito dall'istituto, andò a Merano (Bolzano) a fare l'alpino. A 24 anni entrò in una congregazione religiosa, ma ne rimase deluso. A 40 anni decise di vivere senza fissa dimora. La sorella è a conoscenza del fatto che abitasse in un camper. A luglio del 2009 le ha telefonato per dirle che ad agosto sarebbe andato da lei a Udine. Dopo questa telefonata il silenzio.
La famiglia di Roberto Zavatta appartiene ad una importante dinastia di artisti del circo. La madre era una funambola e il padre faceva la controfigura nei film di Gary Cooper ad Hollywood. La sua vita, come quella dei genitori, è stata caratterizzata dalla continua necessità di spostarsi. Ha vissuto in diversi luoghi e per vent’anni è stato anche missionario in Africa. Quando è tornato in Italia ha trovato un Paese cambiato e ha avuto difficoltà a reinventare la sua vita. Negli ultimi mesi viveva nel camper che gli aveva regalato un amico e aveva comunicato la sua residenza presso la comunità di Sant’Egidio di Roma, dove aveva cenato l’ultima volta il 2 maggio del 2009 e dove ha lasciato in giacenza una lettera pervenuta da Torino. Da circa un anno e mezzo non ritira la pensione sua di invalidità. COSA PENSI DI QUESTA NOTIZIA?

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